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ABBATTIMENTO DELL’ALBERO

Il diverso ritmo vegetativo delle varie regioni climatiche hanno portato un certo disaccordo circa il periodo migliore per l'abbattimento degli alberi anche tenendo conto delle varie specie. Recenti studi svizzeri hanno stabilito che l’attacco fungino si verifica preferibilmente da dicembre a marzo (nel legname in terra cioè abbattuto). Quindi, salvo climi proibitivi, si preferisce abbattere nella stagione invernale.

L'abbattimento, che ormai viene effettuato quasi esclusivamente con motoseghe archiviando quindi le pittoresche accette e segoni a pancia, inizia intaccando su un lato, con uno spacco a cuneo, il tronco alla base determinando così la direzione di caduta:

successivamente si eliminano i contrafforti radicali indebolendo la zona che farà da cerniera durante la caduta. L'operazione si completa con un taglio effettuato dalla parte opposta dell'intaglio a cuneo.

Il trasporto

Effettuato dopo aver tagliato i tronchi a pezzi lunghi mt. 4 / 4,20, viene effettuato con mezzi assai diversi (teleferiche, strascico, mezzi a motore, ecc.). Metodo molto usato nei paesi del nord è la fluitazione che affianca il vantaggio dell'economicità a quello di un profondo lavaggio in acqua dolce che asporta sostanze putrescibili.

 


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RIDUZIONE DEL TRONCO IN TAVOLE

TAGLI

Mentre la tavola tagliata sul diametro presenta venature pressochè parallele ed è esente da imbarcamenti, le altre a seconda della conicità del fusto e della loro posizione, presentano discontinuità di vena e sono soggetti ad imbarcamenti.

Tagli tangenziali. E' il metodo più usato dato il basso costo di lavorazione. Le tavole che si ottengono però non sono di qualità ed aspetto costante differenziandosi tra loro sempre maggiormente man mano che ci si allontana dal midollo.

Tagli di quarto e radiali. Questi tagli non possono essere effettuati con un solo passaggio del tronco alla sega alternativa multilama risultando così quindi più costosi. Tale svantaggio è però compensato dalle migliori caratteristiche meccaniche del prodotto; le tavole ottenute sono meglio specchiate e meno facili alla deformazione.

 

 

 

 

 


STAGIONATURA

Con questa operazione s'intende far perdere al legname la maggior quantità possibile di umidità e comunque quel tanto che basta affinchè il tasso di umidità rimasta sia in equilibrio con l'igroscopicità dell'ambiente in cui verrà posto in opera il segato. Durante questo processo il legno subisce notevoli variazioni di volume, per cui s'intuisce come non sia possibile porlo in opera prima della stagionatura. L'essicazione del legno è la risultante di due fenomeni:

a) la circolazione di acqua nel legno

b) l'evaporazione di acqua nel legno

Circolazione d'acqua. Quando l'acqua localizzata nella zona periferica del tronco è assorbita dall'aria dell'ambiente, quella posta nelle cellule immediatamente più profonde migra verso l'esterno, cioè verso la zona più secca venendo così a sua volta assorbita dall’aria. Questo fenomeno continua fin tanto che il tronco ha perso l’umidità eccedente e quindi si trova in equilibrio igroscopico con l’ambiente esterno. Il flusso che avviene sia in senso assiale che trasversale diminuisce con l’aumentare del peso specifico ed è più rapido in senso radiale. Resta comunque un fenomeno del tutto noto.

Evaporazione dell’acqua. L’evaporazione dell’acqua determina il fenomeno di circolazione prima spiegato. E’ influenzata da temperatura, umidità dell’aria e ventilazione.

FATTORI INFLUENZANTI L’EVAPORAZIONE E QUINDI LA STAGIONATURA

Temperatura dell’aria. lntuitivamente si può capire come la temperatura possa influenzare l’evaporazione dell‘acqua sulla superficie del tronco. E’ noto però come l’umidità passi da una parete calda a una relativamente fredda, quindi fin tanto cha l’interno del tronco non avrà raggiunto una temperatura superiore a quella dell’aria l’essiccamento avverrà con difficoltà. Il sistema più corrente di stagionatura artificiale impiega la temperatura pilotandola, cioè a temperatura bassa all’inizio del processo corrisponde una graduale elevazione della stessa sino al termine della stagionatura. Le temperature iniziali di utilizzo sono 40/60° per legni duri e 56/70° per teneri e resinosi, sino alle massime di 85/100° a seconda della specie (es. acero, faggio, noce 80°C; pioppo abete 35/100°). Alcuni accorgimenti devono però essere presi; se non si vuole intaccare il colore non bisogna superare i 50°C, se non devono fuoriuscire resine i 60° C.

Stato igrometrico dell’aria. Importante fattore ai fini della stagionatura in quanto se l’aria è satura di umidità chiaramente non potrà assorbirne ulteriormente e quindi la essiccazione non può effettuarsi. Al contrario un'essicazione in aria troppo secca porterà a una troppo rapida evaporazione che causerà scompensi tra la zona interna del tronco e quella esterna troppo secca. Quindi per quanto possa sembrare assurdo l'essicazione deve avvenire in aria molto umida ma non satura e soprattutto costantemente umida. In essiccazione forzata e ventilata si adotano stati igrometrici da 80 a 90% all’inizio del processo a per legni umidi, che verranno gradatamente ridotti soltanto quando il legno avrà una percentuale d’acqua pari al 25-30%.

VELOCITA’ DELL’ARIA

L’aria circolante nella cella di essiccazione distribuisce uniformemente il calore nella stessa e contemporaneamente asporta l’umidità in eccesso.

Anni or sono erano in uso velocità di 0,5 - 0,7 m/S ma richiedevano lunghi tempi di esercizio ed i segati presentavano essiccazione non omogenea , ma d’altra parte una velocità eccessiva asciuga troppo l’aria e quindi richiede uno stato igrometrico più elevata e un maggior consumo energetico. L’esperienza quindi ha dettato il concetto che l’aumento di velocità dell'aria abbrevia i tempi di essicazione e comporta una più uniforme essicazione mantenendo nella cella temperatura e umidità costanti. Tuttavia una velocità piuttosto rapida favorisce l’operazione soltanto ai primi stadi, a legno cioè molto umido, successivamente essa non ha più azione diretta sui tempi di essiccamento. Oggi vengano realizzati essiccatoi con velocità di 0,75 – 1,50 m/s.

EQUILIBRIO IGROSCOPICO E UMIDITA’ FINALE

Un legno raggiunge l’equilibrio igroscopico quando l’umidità contenuta nello stesso raggiunge un valore fisso con lievi mutamenti positivi o negativi.

E’ un valore che dipende dalla temperatura, dall’umidità dell’aria ma è indipendente dall’essenza.

Sono valori tabellati con medie diverse stabilite a seconda del clima.

L’umidità finale è quella che s’intende ottenere a essicazione terminata. E’ un valore importantissimo al fine di evitare deformazioni del materiale in opera.

In base alle condizioni d’impiego si possono stabilire le seguenti percentuali:

legni per interni 8/12%

legni per esterni 13/18%


STAGIONATURA NATURALE

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E’ il metodo più semplice e più antico e consiste nell’esporre all’aria libera, riparate da pioggia e sole, cataste di legno disposte con precisi sistemi sino al raggiungimento di quel tasso di umidità finale più consono all’uso specifico delle tavole. Il buon risultato dell’operazione dipende dalla cura con cui sono state disposte e dal terreno (asciutto, pulito e sgombro da vegetazione).

Tale pratica però può avvenire in due tempi: prima accostando verticalmente le tavole disponendole a “x “ o a “v” rovesciato, all’aria e senza ripari, ciò per intensificare e accelerare la stagionatura, poi accostando le tavole orizzontalmente in modo che siano lambite il più possibile dall’aria.

 

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La durata di tale stagionatura è variabile, e dure circa 12 mesi ogni cm di spessore per legni duri, e 6 mesi per ogni cm. di spessore per legni teneri.

 

Tali cifre seno comunque largamente indicative. Tale metodo di stagionatura non richiede impianti particolari , l'umidità evapora lentamente e senza forzature, il legname si presenta così più pastoso e duttile alle lavorazione. E' un processo lungo che richiede notevoli spazi ed un immobilizzo di capitali.Non dimenticheremo inoltre come il legname così esposto sia facile preda di funghi, umidità, fuoco, e richiede pi una periodica scomposizione e composizione delle cataste. Non ultimo svantaggio il tasso di umidità finale non può essere pilotato a seconda dell’uso che si vuol fare del legname.

 

 

 

 

 


Estratto da:

QUADERNI DI LIUTERIA N. 1 – Tecnologia del legno.

Sarò lieto di risponderti!

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Francesco Verginelli
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